La Chiesa di Sant’Adriano di San Demetrio Corone fu fondata da San Nilo di Rossano (monaco basiliano, eremita e abate forse il maggior personaggio del monachesimo calabro-greco) che, nel 955, edificò in questo luogo una Chiesetta dedicata ai Mariti Adriano e Natalia per istituire un cenobio comunque non troppo distante dal villaggio. Parrebbe che in poco più di un decennio questo cenobio divenne un notevole centro di attrazione per chi fosse alla ricerca di accoglienza spirituale.
Per creare un’immagine e vedere, grossomodo, come si svolgesse la vita monastica all’interno del cenobio di San Demetrio Corone è necessario ricordare velocemente la Regola Basiliana.
La regola basiliana fu dettata da San Basilio (329-379) con la Regulae fusius tractatae e la Regulae brevius tractatae. Con esse San Basilio invitava tutti (monaci e laici) a seguire uno specifico stile di vita per raggiungere la perfezione. I fondamenti erano il lavoro manuale (il corpo), la preghiera (lo spirito) e lo studio delle Sacre Scrittura (la mente).
Inoltre San Basilio preferiva il cenobio all’eremo, questo perché riteneva che i luoghi di preghiera e di lavoro in comune favorissero le relazioni e quindi l’aiuto reciproco tra i monaci. La ricompensa era il raggiungimento della perfezione.
Con l’istituzione di cenobi San Basilio volle quindi conferire una dimensione quasi familiare alle comunità di monaci che dovevano necessariamente coinvolgere la comunità civile nella vita della Chiesa. Da qui la sua scelta di fondare cenobi nelle vicinanze dei villaggi e delle città (o nelle loro vicinanze), e non in luoghi impervi, con la fondazione di città dette basiliane.
In questi luoghi la regola del silenzio e del raccoglimento era virtuosamente connessa alla dimensione caritativa e funzionale, forse, anche all’esercizio pastorale.
Ma ritorniamo al 955 circa, a San Nilo di Rossano e al cenobio di San Demetrio Corone. Nella prima metà del 700 inizia la lotta detta iconoclasta per opera dell’imperatore Bizantino Leone III Isaurico che emanò l’editto che ordinava la distruzione delle immagini sacre e delle icone in tutte le province dell’Impero.
L’iconoclasta, assieme all’avanzata Mussulmana, causò la fuga dall’Oriente di monaci basiliani che, per sfuggire alla persecuzione, si rifugiarono nelle regioni dell’Italia meridionale e in Calabria, terra favorevole anche perché offriva luoghi solitari come grotte e foreste in particolare in Sila e sull’Aspromonte.
In ogni modo il cenobio di San Nilo fu definitivamente abbandonato dai monaci basiliani a seguito della distruzione e del probabile saccheggio da parte dei Saraceni per essere poi edificata la Chiesa di Sant’Adriano per opera dei Normanni nell’XI secolo.
Un atto di donazione del 1088 del duca Normanno Ruggero Borsa attesta la cessione della Chiesa Sant’Adriano ai monaci benedettini di Cava dei Tirreni con il conseguente passaggio dal rito Greco-Bizantino al rito latino.
E’ questo il periodo in cui i Normanni riorganizzarono i monasteri Greci in Calabria con la loro progressiva latinizzazione e romanizzazione, processo che però trovò una forte resistenza dalle popolazioni locali (profondamente greche) e forse anche dagli stessi monaci.
Durante il periodo Normanno la Chiesa di Sant’Adriano di San Demetrio Corone assunse evidenti caratteristiche romanico-normanne e durante i primi anni del XII secolo il monastero fu restituito ai monaci Basiliani rimasti fedeli al rito Bizantino per essere ricostruito ex-novo tra la metà del XII e la prima metà del XIII secolo.
Per completare il processo però, e per la precisione, nel 1187 la Chiesa di Sant’Adriano di San Demetrio Corone compare nella lista dei monasteri che pagano il censo direttamente alla Sede Apostolica.
Foto da: https://www.progettostoriadellarte.it/2017/11/29/chiesa-di-santadriano-a-san-demetrio-corone/