Parrebbe che le prime massicce migrazioni di colonie Albanesi in Calabria risalgono al 1461-1470 quando gruppi di Albanesi, al seguito di Giovanni Castriota Scanderbeg,, giunsero nelle zone del Regno di Napoli.
In questi anni Giorgio Castriota Skanderberg arrivò in Italia con un corpo di spedizione in aiuto a Ferdinando I d’Aragona nella lotta contro Giovanni II d’Angiò. Per i servizi resi fu concesso ai soldati Albanesi e alle loro famiglie di stanziarsi prima in Puglia e di seguito in Calabria.
Negli anni 1470-1478 s’intensificarono i rapporti tra il regno di Napoli e i nobili Albanesi in seguito al matrimonio tra Irene Castriota (nipote di Skanderberg) e il principe Pietro Antonio Sanseverino di Bisignano in Calabria.
Fu questo il periodo in cui gruppi di Albanesi s’insediarono in Calabria e nell’attuale San Demetrio Corone (nelle terre dell’antico monastero italo-greco di Sant’Adriano) magari attirati dall’elemento greco che qui era ancora vivo.
In questi tempi quello di Sant’Adriano era ancora tra i più famosi monasteri calabro-greco della Calabria e veniva officiato il rito greco-ortodosso, di certo familiare agli Albanesi.
Inoltre, probabilmente la Chiesa di Sant’Adriano di San Demetrio Corone ricordava anche da un punto di vista architettonico e stilistico motivi assai familiari agli esuli Albanesi.
Conclusioni
Come anticipato la Chiesa di Sant’Adriano di San Demetrio Corone è un autentico capolavoro. Un capolavoro di estetica e di eleganza, l’eleganza della tradizione sedimentata in cose che con personalità guadagnano qui una valenza sineddotica per alimentare quel patrimonio di eredità così esibito dalla comunità arbëreshe di San Demetrio Corone.
La Chiesa di Sant’Adriano di San Demetrio Corone è un capolavoro che consiglio di visitare nel tentativo di accedere in quel bizzarro universo etno-antropologico arbëreshe di San Demetrio Corone.
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